La storia di un padre e di un figlio. Un viaggio on the road da Sud a Nord.
Sole a catinelle (dal termine "pioggia a catinelle", che significa che sta piovendo molto forte) è un film commedia italiano del 2013 diretto da Gennaro Nunziante. Il film è il secondo film italiano che ha incassato di più in Italia.
Nel pieno della crisi finanziaria del 2007-2008, Checco Zalone è un meridionale che vive a Padova con la moglie Daniela e il figlio Nicolò. Checco inizia a lavorare per un'azienda che vende aspirapolvere "Fata Gaia" ("Fata" è una parodia del popolare Folletto) e ottiene un grande successo vendendoli a tutti i suoi parenti emigrati nel Nord Italia. Diventa così il venditore di maggior successo di tutti i tempi. Inizia a chiedere prestiti per acquistare i regali per Daniela e Nicolò a un'azienda chiamata "FidoFly". In seguito, con il successo dei robot pulitori Vileda e con la sua famiglia che ha già abbastanza Fata, inizia a guadagnare meno soldi, al punto che FidoFly inizia a riprendersi le cose che ha comprato, mentre Daniela decide di chiedere il divorzio. Checco è costretto a mangiare alle mense Caritas. Giura a suo figlio che, se otterrà il 100% in pagella, farà una fantastica vacanza con lui. Nicolò riesce in questo intento, costringendo Checco a portarlo in vacanza durante le vacanze estive. Checco, che deve vendere almeno sette aspirapolveri pena il licenziamento, si reca con il figlio nella regione di origine della sua famiglia, il Molise, con l'obiettivo di vendere aspirapolveri alla sua famiglia. Decide di alloggiare a casa della zia Rita, estremamente tirchia, che gli dice che tutti gli altri parenti sono morti o emigrati in Canada, tranne il cugino di Checco, Onofrio, che ha già una Fata.
Durante la notte, Nicolò telefona alla madre dicendole che il Molise è estremamente noioso e lei organizza un incontro con la famiglia della sua amica Soukaina a Piombino, in Toscana, per portare Nicolò con loro. Quella notte, la casa è estremamente fredda (Rita non vuole pagare un impianto di riscaldamento) e Checco trova una vecchia stufa elettrica che accende. Il giorno dopo si recano a Piombino ma, vedendo che Checco è triste, Nicolò scappa e torna con lui. Guidando, i due notano un cartello "Zoo" ed entrano in un cortile, dove Checco incontra un ragazzo che, interpellato, non risponde alle sue domande sullo zoo. Checco urla le sue frasi e il ragazzo, Lorenzo, risponde finalmente che lo zoo "è qui". In seguito Checco incontra Zoe, la madre italo-francese di Lorenzo e direttrice della mostra d'arte "Zoo" (stilizzata con una "E" all'interno della seconda "O"), e la psicologa del ragazzo, che suggerisce alla prima di invitare il duo a stare da loro (che sono estremamente ricchi), per aiutare Lorenzo con il suo problema, che in seguito si rivela essere un mutismo selettivo causato dal padre regista, Ludovico, che sta girando un film intitolato "Eutanasia mon amour" (una metafora drammatica sull'eutanasia, in cui Checco cerca di recitare, ma viene presto rifiutato) e il cui lavoro è l'unica cosa a cui tiene. I personaggi di Vittorio Manieri, ricco imprenditore italiano e proprietario della maggior parte delle ex aziende di Riccardo (il defunto padre di Zoe, la cui incapacità di "parlare" viene fraintesa da Checco come la causa del mutismo di Lorenzo) (tra cui l'azienda che intende licenziare Daniela e molte altre persone), Juliette Marin, madre di Zoe e amante di Vittorio, e Piergiorgio Bollini, un caro amico di Vittorio. Il primo spiega a Checco che lui e Juliette, nonostante le intenzioni di Zoe, vogliono acquistare FidoFly, ma Zoe riesce a vanificare l'affare quando Checco li convince che l'azienda sta per fallire a causa di persone che "devono pagare quarantotto righe" come lui) e il fatto che FidoFly si trovi poi in quella situazione impressiona Manieri e Bollini, che gli chiedono quale sia il suo settore di attività e, poiché lui risponde che è quello delle "pulizie", fraintendono che lui "pulisce" denaro "sporco" (guadagnato illegalmente) e rivelano la loro vera natura, iniziando a progettare una collaborazione con l'azienda di Checco: sono massoni disonesti costantemente monitorati dalla Guardia di Finanza, ma sia Checco che il suo capo, il dott. Surace, non capiscono la loro disonestà, così il primo può essere sicuro di non essere licenziato.
Checco si innamora presto di Zoe, diventandone l'amante nonostante sia già innamorato di Daniela che, quando vede Checco in televisione con Manieri e viene a sapere della sua relazione con Zoe, costringe un sindacalista della sua fabbrica a diventare il suo partner sessuale. Checco lo scopre e, estremamente triste (con la scusa di non aver avuto rapporti sessuali con Zoe), torna a Milano, dove si rende conto che Daniela ha divorziato perché la faceva lavorare troppo. Circa un mese dopo, i due muratori sono stati arrestati (probabilmente perché la Guardia di Finanza ha sentito i loro piani mentre Checco usava il telefono di Vittorio per parlare con Surace) e Zoe ha acquisito l'azienda di Daniela, invitando a parlare con gli operai Checco, il quale, vestito da ministro sovietico e con Nicolò che porta una bandiera comunista, legge su una replica del Libretto Rosso un messaggio a Daniela sul fatto che vuole essere un uomo migliore e aiutarla a lavorare. I due si innamorano di nuovo e Checco diventa un funzionario dell'azienda. L'epilogo ci mostra che Checco e Nicolò hanno dimenticato di spegnere la stufa a casa di Rita, che ha avuto un arresto cardiaco dopo aver visto la bolletta della luce da 89 euro. La donna si trova su un letto con una macchina che controlla i suoi valori ma, quando scopre che è elettrica, chiede a Checco di spegnerla, in una scena che assomiglia comicamente a Eutanasia mon amour.