22 luglio streaming disponibile da ottobre 2018

Il 22 luglio 2011, Anders Behring Breivik indossa un'uniforme della polizia, carica un furgone con esplosivi artigianali e si reca al Regjeringskvartalet, il quartiere del governo esecutivo di Oslo, in Norvegia. Lascia il furgone davanti all'ufficio del Primo Ministro Jens Stoltenberg. Pochi istanti dopo esplode, causando diverse vittime.

Sull'isola di Utøya, nel Tyrifjorden, Buskerud, sono arrivati degli adolescenti per il campo estivo della Lega della Gioventù Operaia (AUF), organizzato dal Partito Laburista al potere. Quando vengono a sapere dell'attentato, uno studente, Viljar Hanssen, chiama i suoi genitori per assicurarsi che siano illesi.

Breivik arriva all'approdo del traghetto e informa il personale di essere un ufficiale di polizia, inviato a mettere in sicurezza l'isola dopo l'attacco di Oslo. Il direttore del campo lo trasporta sull'isola in barca. Breivik ordina al personale di radunare i bambini in un unico luogo. Quando il capo della sicurezza chiede un documento d'identità, Breivik spara a lui e al direttore. I bambini fuggono mentre Breivik apre il fuoco, uccidendo decine di persone.

Viljar e suo fratello Torje si nascondono su un terrapieno roccioso sulla spiaggia. Viljar chiama sua madre per dirle che è in corso una sparatoria. Breivik trova il gruppo e inizia a sparare. Viljar viene colpito più volte, ma Torje riesce a fuggire illeso. Breivik si arrende a una squadra tattica e viene portato nell'entroterra per essere interrogato.

Breivik afferma di essere il leader di un gruppo nazionalista bianco chiamato Cavalieri Templari e che al suo segnale ci saranno altri attacchi. Chiede l'aiuto dell'avvocato Geir Lippestad, che ha difeso un neonazista. Lippestad è moralmente coscienzioso nei confronti del suo cliente e professionalmente legato alla sua etica di avvocato. Lippestad cerca di argomentare una difesa per infermità mentale per Breivik, il che suscita critiche perché significa che sarà ricoverato in un istituto invece che in prigione. Con l'aiuto di vari psichiatri e psicologi, a Breivik viene inizialmente diagnosticata una schizofrenia paranoide. Breivik dice a Lippestad di voler essere dichiarato competente per legittimare i suoi attacchi.

Viljar si risveglia dal coma con ferite che gli hanno cambiato la vita e torna a casa con la sua famiglia. Impara a camminare di nuovo, ma è perseguitato dai ricordi dell'attacco. Con il sostegno di sua madre e di un altro sopravvissuto all'attacco di Utøya, si presenta in tribunale come testimone e racconta il massacro. Breivik viene condannato a 21 anni, che possono essere prolungati da un tribunale se si ritiene che sia ancora un pericolo per la società.