Seaspiracy: esiste la pesca sostenibile? streaming disponibile da marzo 2021

Immagine tratta da Seaspiracy: esiste la pesca sostenibile?
      90 minuti

Indagando sui danni che l'uomo sta causando alle specie marine, un regista affascinato dagli ecosistemi oceanici scopre un'allarmante cospirazione globale.

Il film esplora diverse questioni ambientali che riguardano gli oceani, tra cui l'inquinamento da plastica, le reti fantasma e la pesca eccessiva, e sostiene che la pesca commerciale è il principale motore della distruzione dell'ecosistema marino. Il film rifiuta il concetto di pesca sostenibile e critica diverse organizzazioni per la conservazione dell'ambiente marino, tra cui l'Earth Island Institute e il suo marchio "dolphin safe" e le certificazioni di prodotti ittici sostenibili del Marine Stewardship Council. Critica anche gli sforzi delle organizzazioni per ridurre la plastica domestica, contrapponendo il loro impatto a quello delle reti fantasma. Accusa queste iniziative di essere una copertura dell'impatto ambientale della pesca e della corruzione nell'industria ittica. Seaspiracy conclude sostenendo le riserve marine e l'eliminazione del consumo di pesce.

Il film è stato prodotto da Kip Andersen, regista del documentario Cowspiracy, e si è avvalso dello stesso team di produzione del film precedente. Il sostegno finanziario iniziale è stato fornito dall'imprenditore britannico Dale Vince e il film è stato acquistato da Netflix nel 2020.

Il film è stato presentato in anteprima mondiale su Netflix nel marzo del 2021 e ha ottenuto un'attenzione immediata in diversi paesi. Il film ha ricevuto recensioni contrastanti; i recensori lo hanno elogiato per aver portato l'attenzione sul suo argomento, ma è stato accusato di imprecisione scientifica ed è stato criticato da alcuni esperti di oceani. Le organizzazioni e le persone intervistate o ritratte negativamente nel film hanno contestato le sue affermazioni e hanno accusato il film di averle travisate. Seaspiracy ha suscitato anche le reazioni di altre organizzazioni ambientaliste, accademiche e gruppi industriali del settore ittico e diversi media hanno verificato la veridicità di alcune affermazioni del film.

3,9
 
 
 

Trama (potrebbe contenere spoiler!)

Tabrizi agisce sia come narratore che come protagonista del film, scoprendo informazioni chiave nello stesso momento dello spettatore. Questo dispositivo di inquadratura serve a dare slancio alla narrazione e a creare suspense. Il film è incentrato sul crollo delle popolazioni di balene, squali, delfini e tartarughe marine. Il film afferma che l'attenzione dei gruppi ambientalisti per le plastiche di consumo relativamente piccole, come le cannucce, ha offuscato il problema più ampio dei rifiuti di plastica provenienti dagli attrezzi da pesca, o reti fantasma, e la devastazione delle catture accessorie. Il film suggerisce inoltre che le organizzazioni ambientaliste non sono state in grado di definire o implementare efficacemente la pesca sostenibile, i frutti di mare sostenibili o i prodotti sicuri per i delfini. Queste critiche sono rivolte in particolare al Marine Stewardship Council, all'Earth Island Institute e alla Plastic Pollution Coalition.

Le ambientazioni del film sono globali e comprendono la caccia ai delfini di Taiji nel sud del Giappone, la caccia alle balene nelle Isole Faroe, i mercati ittici tailandesi e cinesi, le coste dell'Africa occidentale e gli allevamenti di salmoni in Scozia. In vari momenti, Tabrizi e il suo equipaggio sembrano dover affrontare un pericolo imminente da parte delle autorità locali o degli operatori corrotti dell'industria ittica; alcune azioni sono presentate attraverso tecniche di telecamere nascoste e viene utilizzata l'animazione per rappresentare le scene di violenza. Le attività della Sea Shepherd Conservation Society, un gruppo di conservazione americano che si occupa di azioni dirette in mare, hanno un ruolo di primo piano nel film, compresa una lunga sezione che documenta le pratiche di pesca illegale e lo sfruttamento dei lavoratori nelle acque della Liberia. Il film include anche un'indagine sulle condizioni di schiavitù moderna sui pescherecci thailandesi e intervista diversi sopravvissuti.

L'abbandono del consumo di pesce è la soluzione al collasso degli stock ittici e allo sfruttamento umano, un messaggio costante in tutto il film. Le statistiche confermano ripetutamente questo punto, tra cui diverse specie ittiche con una perdita di popolazione selvatica superiore al 90% e l'affermazione che gli oceani globali potrebbero essere sostanzialmente privi di pesce entro il 2048. Viene introdotta la possibilità dell'acquacoltura, per poi essere scartata dopo un viaggio in Scozia. Il film suggerisce che il problema del mangime per i pesci d'allevamento, la prevalenza di malattie e il degrado delle coste rendono l'acquacoltura insostenibile.

Tipologia

Documentario

Durata

90 minuti

Regista

Ali Tabrizi

Cast

Caratteristiche

Controverso Film Animali Doc. su natura Teorie complottiste Provocatorio Documentario Investigativo

Audio

Inglese - Audiodescrizione

Sottotitoli

Tedesco Greco Inglese Francese Italiano
Potrebbero interessarti...
Formula 1: Drive to Survive
Icarus
Losers
Resurface